In un libro che sto scrivendo e che spero di terminare e far pubblicare entro l’anno affronto, tra gli altri, un argomento spinoso quale la cura dei tumori con la chemioterapia, la radioterapia e le varie e innumerevoli terapie complementari e o alternative attualmente in uso.
La prima preoccupazione di un oncologo è ovviamente quella di aggredire il tumore e distruggerlo ove possibile o prolungare la vita del paziente quando non sia possibile guarirlo definitivamente.
La sua seconda preoccupazione, quando il paziente intraprende altre terapie che affianca a quella oncologica convenzionale, è quella che non ci sia nessuna interferenza tra le due. Questo è un importante argomento di enorme criticità, non conoscere i farmaci chemioterapici significa rischiare di interferire con la chemio e causare al paziente un danno irreparabile.
Un aspetto che a mio avviso merita attenzione, e lo dico sia nella veste di oncologo che di omeopata, è la inefficienza del sistema immune del paziente oncologico. A dirla in breve, se un tumore riesce ad attecchire e crescere nel corpo di un essere vivente è perché il suo sistema immune non è stato in grado di eliminarlo nella fase in cui era fatto di poche cellule e non è riuscito a bloccarne la crescita e diffusione. Anzi passata una prima fase, gli studi mostrano che una parte delle nostre difese passa addirittura dalla parte del tumore, contro di noi, contribuendo alla sua sopravvivenza e vita!
A questo punto è abbastanza palese che dovremmo mettere molta più attenzione sullo stato delle difese immunitarie del malato oncologico. Il punto più interessante è che con alcuni semplici esami del sangue tutto ciò è possibile. Non solo, una volta che abbiamo studiato le condizioni del sistema immune, e nella fattispecie, di quella parte che si deve attivare contro i tumori, possiamo procedere a stimolarlo e senza interferire con alcuna terapia.
E’ mia opinione che solo quando le difese immunitarie siano ristabilite, ci si trovi davanti alla migliore possibilità di guarire e di non riammalarsi, riportando il paziente ad una nuova condizione di salute, stabilità e armonia.
A presto e buona vita a tutti
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